I VIDEOGIOCHI FANNO MALE AI BAMBINI?

Per iniziare, è giusto confermare che non è sbagliato lasciare che i bambini dedichino del tempo ai videogiochi. Ma va bene se cominciano a trascorrono ore e ore davanti allo schermo? Come ogni cosa, se assunta in modo esagerato, potrebbe recare degli effetti collaterali indesiderati.

Questo è un argomento trattato moltissimo e lascia spesso molti dubbi e timori sul benessere dei propri bambini. Dobbiamo riconoscere che questa generazione orienta i giovani alle nuove tecnologie (nuovi smartphone, tablet, computer ecc…), console di gioco (PlayStation, Xbox, Nintendo Switch, ecc…), innovazioni, smart things ecc… tutte cose eccitanti, interessanti, divertenti e stimolanti.

Sappiamo che i giovani sono più predisposti a un rapido apprendimento e quindi non è un problema per loro entrare in confidenza con le interfacce di gioco, le impostazioni dei dispositivi smart ecc… anzi siamo noi genitori a dover essere in grado di riuscire a mantenere il passo.

Per questo motivo, spesso e volentieri, sentiamo racconti di genitori che non essendo in grado di “gestire” le nuove tecnologie, lasciano che il proprio bambino si “auto gestisca” in totale autonomia. Così facendo è lui il gestore, è lui che accende, spegne e utilizza le apparecchiature tecnologiche e quindi, spesso, è lui che decide quanto tempo trascorrere con esse.

Ribadiamo un concetto fondamentale: i videogiochi non sono un danno per la salute se introdotti nella vita del bambino in modo moderato e controllato.

Ma se compriamo una PlayStation ai nostri bambini e non ci prendiamo la responsabilità di imparare a utilizzarla, cedendola totalmente agli adolescenti che ne diventano gli unici veri gestori, potremmo incappare in alcune piccole complicazioni. Una volta che l’adolescente assapora l’indipendenza e il piacere di giocare ai videogiochi quanto gli pare è difficile fargli cambiare idea. Richiederà un maggiore sforzo da parte nostra per aiutarlo a distrarsi con altre attività ricreative, naturali, istruttive, che siano distanti dallo schermo.

GIOCARE AI VIDEOGIOCHI FA BENE ALLA SALUTE DEI BAMBINI?

La risposta più generica a questa risposta sarebbe “sne” ovvero, ne sì, ne no, ma capiamo il perché:

Alcuni videogiochi se applicati nel modo giusto e all’età giusta, potrebbero migliorare notevolmente le coordinazioni occhio-mano dei bambini in crescita.

Altri videogiochi, sempre se trattati nelle giuste tempistiche, potrebbero stimolare i bambini nello sviluppo delle loro capacità di risoluzione dei problemi.

Alcuni videogiochi richiedono che il bambino si muova fisicamente o che manipoli il gioco attraverso dei controller wireless (come Nintendo Switch, Wii o Wii-U), questi giochi potrebbero aiutare il bambino più sedentario a fare del sano movimento fisico, attenzione però, questo chiaramente non sarà mai tanto quanto potrebbe fare all’aria aperta e nulla di paragonabile al praticare un vero sport.

La lista è lunga e si potrebbe proseguire per ore, esistono videogiochi istruttivi, collettivi, divertenti, di svago, spaventosi, adrenalinici e rompicapo, ogni videogioco è in grado di stimolare il bambino in modo diverso quindi occorre che noi, come genitori, supervisioniamo questa attività in modo da capire come il bambino sta vivendo questa esperienza e accorgerci se sta godendo di benefici oppure no.

COME I VIDEOGIOCHI DANNEGGIANO LA SALUTE DEI BAMBINI?

La risposta a questa domanda è molto semplice: alcuni videogiochi non hanno vantaggi istruttivi o stimolanti, i giochi in cui bisogna sparare ad altre persone o i giochi in genere violenti hanno dimostrato nel tempo di aumentare il comportamento aggressivo dei bambini e trasmettere concetti sensibili della vita (vita e morte) in modo troppo superficiale. Questo fenomeno si amplifica notevolmente se il bambino non è supervisionato dai genitori.

I videogiochi hanno una classificazione PEGI (Pan European Game Information), che aiuta i genitori a prendere decisioni informate quando acquistano videogiochi. La classificazione per età conferma che il gioco è adatto a giocatori di una certa età. PEGI considera l’idoneità all’età di un gioco, non il livello di difficoltà. Tuttavia questa classificazione non viene quasi mai considerata dai genitori. Abbiamo sentito moltissimi racconti in cui bambini di 10/12 anni, trascorrono il tempo con videogiochi PEGI 18, alcuni esempi molto famosi e conosciuti in tutto il mondo sono: GTA 5, la serie CALL OF DUTY e la serie BATTLEFIELD, oppure il clamorosissimo titolo di FORTNITE che attira bambini dai 7 anni in su quando in realtà la sua classificazione PEGI è 12.

Come molti aspetti dell’educazione dei figli, quando si tratta di videogiochi, l’approccio più salutare è la moderazione.

Il gioco prolungato nel tempo, la sedentarietà e la poca attività fisica nelle età più tenere contribuiscono alla malformazione nella crescita dei muscoli e delle ossa. Potrebbero orientare il bambino nell’assumere delle posture scorrette davanti allo schermo o davanti al display dello smartphone/tablet mettendo inutilmente sotto sforzo la schiena, il collo, le braccia e la vista.

COSA FARE SE I BAMBINI GIOCANO TROPPO AI VIDEOGIOCHI

Suggeriamo ai genitori di porre fin da subito dei limiti ben definiti al tempo che i bambini trascorrono davanti a qualsiasi media, ciò include la riproduzione di videogiochi su console di gioco, tablet o smartphone.

Quindi considera la possibilità di stabilire dei limiti per evitare che il gioco interferisca con i compiti scolastici, le faccende domestiche e l’attività fisica di cui tuo figlio ha bisogno ogni giorno.

Inoltre, assicurati che tuo figlio stia giocando a giochi adatti alla sua fascia d’età.

Tieni la console per videogiochi in un’area comune della casa, non nella stanza di tuo figlio. In questo modo puoi catturare qualsiasi contenuto inappropriato nei giochi a cui gioca e sarà in grado di interagire con gli altri. Fai attenzione anche al tempo trascorso a giocare su smartphone e tablet.

Assicurati che tuo figlio abbia altre scelte allettanti: sport, attività, possibilità di socializzare con gli amici e tempi di inattività per essere creativo. Se hai ancora dubbi sulla sua attività di videogiochi e noti difficoltà nel distrarre tuo figlio dallo schermo, ti suggeriamo di parlare con il tuo medico.

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